venerdì 30 gennaio 2009

Punta Calamizzi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

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Ciao
Questo post è stato selezionato per la rubrica
"La settimana della ReggioSfera"
Del magazine online dei giovani reggini
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La rubrica raccoglie i migliori post dei blogger reggini
della settimana appena trascorsa. L'obiettivo
è quello di dare più visibilità ai contenuti
di qualità che noi reggini sappiamo produrre.
Per cui, continua così e se hai voglia
vienici a trovare!!!
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www.liberareggio.org

fabrizio ha detto...

Ciao,sono Fabrizio.
Ascolto con molto interesse i tuoi racconti sul passato di Reggio.
Mi fa davvero male al cuore scoprire che così come oggi, anche nel passato, il peggior nemico di Reggio è il reggino stesso!

Stai facendo davvero un buon lavoro.
Grazie.

Diego ha detto...

Gentile Prof. Castrizo, innanzitutto complimenti per la passione che nutre verso le antichità della propria terra.

Le scrivo per chiederle, da amante della storia dello Stretto, alcuni chiarimenti in merito a dei passaggi del video (comunque interessantissimo) che non ho ben chiari.

Sul fatto che "Punta Calamizzi era la nostra ricchezza" non ho nulla da ridire perchè a ben vedere era l'unico punto abbastanza riparato a ridosso della città.

Però quando afferma che "il porto di Reggio nell'antichità era considerato molto migliore di quello di Messina e di qualsiasi altra località calabrese" mi ha un pò sorpreso.

Le chiedo chiarimenti, non certo per tessere le lodi, credo note ai più, del porto peloritano, ma per il semplice fatto che "Punta Calamizzi" non era nemmeno un porto.
Cioè... per quanto ho capito trattavasi di una rada, una rientranza più o meno marcata della linea di costa. Essa inoltre era fuori città, senza banchine nè moli d'ormeggio. Lo scarico/carico merci a quanto mi risulta avveniva per mezzo di alcuni barchini che facevano la spola con la terra ferma.
Ammesso poi che questo sia stato davvero "considerato molto migliore di quello di Messina e di qualsiasi altra località", come si spiega il fatto che tale fondamentale scalo sia difeso da un solo trabucco??
Storicamente, ma mi scuso per la banale considerazione, i siti di importanza strategica erano protetti da grandi sistemi difensivi. Basti pensare alla stessa Messina, per non andare lontano, il cui porto era difeso oltre che dalla cinta muraria da munite fortificazioni (di cui tre se non sbaglio ancora esistenti); oppure al porto-fortezza di Malta.

A sostegno di ciò, ho confrontato l'immagine che si vede al minuto 4.35 del filmato con le diverse stampe coeve, reperibili sul web, del porto messinese.

Il fatto che "per Reggio la perdita del porto fu un disastro" è pur condivisibile, ma a questo punto sarebbe utile delineare il "peso" (non essendo io riuscito a documentarlo) che questo approdo aveva nell'economia reggina.

Tale avvenimento "significava nominare nominare Messina porto ufficiale dello Stretto". Ma a questo punto mi viene da chiederle se prima lo fosse Reggio? Anche perchè a fronte delle qualità del braccio falciforme di S.Raineri descritte da più fonti, ho trovato poco o nulla su Punta Calamizzi.

A quanto leggo (mi riferisco in particolare al contributo di Massimo La Torre "Messina come metafora e luogo idealtipico della politica", edito da Rubbettino) dal porto messinese, tra le tante, già prima della scomparsa dell'approdo di Calamizzi, erano passate le flotte crociate e vi facevano scalo svariate linee commerciali come la "Muda de Fiandra", tanto da far considerare Messina una sorta di "quinta repubblica marinara" dell'epoca.

Mi scuso per la lunghezza e la invio un cordiale saluto ringraziandola per la risposta che potrà darmi.

Anonimo ha detto...

Gent.mo, leggendo di punta calamizzi, vorrei consigliarle un libro fresco di pubblicazione che parla dei miti e delle leggende della terra reggina. un libro che ho letto con molto piacere. Si intitola 'Febea' l'autrice è la giornalista Marina Crisafi edito da Laruffa.
Giò

Sally ha detto...

Ciao, sono Sara una docente di inglese, purtroppo in pensione, dico purtroppo perché amavo molto il mio lavoro...bene, ho letto ed ascoltato attentamente tutto quello che riguarda il tuo sito, ti invidio un pò, ma sei molto bravo! Anch'io scrivo sulla terra di Calabria, per mio diletto, per curiosità, ma in particolare per onorare la terra dei miei genitori, entrambi calabresi, Papà di Maida e Mamma di Reggio, la sua amata Reggio. Ho iniziato a scrivere di Reggio della sua provincia, proprio per dilettare Mamma e farla vivere nella sua terra lontana; alla sua morte ho continuato, é come una storia infinita. In onore di Papà, ho anche scritto sulla cittadina di Maida, in un primo momento per ampliare uno scritto del mio genitore sul suo avo Carbonaro e per celebrare la famosa battaglia del 1806, poi dopo una visita a Maida nel 2009, ne sono sono rimasta affascinata ed ho continuato con una versione bilingue. Sempre per diletto. Ora dico grazie a te per altre informazioni preziose, che citerò nel lavoro che sta scrivendo su alcuni poco conosciuti viaggiatori stranieri in terra calabrese. Posso? un abbraccio affettuoso. Sara